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lunedì 30 aprile 2012

L'OMELIA DI P. ALBERTO NEGLIA

Omelia di P. Alberto Neglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
 IV domenica di Pasqua 29.4.2012

I brani biblici che abbiamo ascoltato in questa celebrazione ci danno tanta speranza e tanta gioia.
E' davvero molto bello quello che ci diceva l'apostolo Giovanni nella sua prima lettera: "Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!"...
Siete amati, perché siete figli e lo siete realmente, perché in Gesù, morto e risorto, siamo tutti figli di Dio. Noi a volte lo dimentichiamo e ci comportiamo da estranei, non solo con Dio, perché se siamo figli siamo anche fratelli tra noi, ci comportiamo da estranei nei riguardi di Dio, e poi ci comportiamo con arroganza e non da figli con i fratelli che il Signore ci ha donato...

Per ascoltare l'omelia clicca qui


"Perchè serve un giorno di festa" di Enzo Bianchi

Le recenti polemiche sull’apertura di negozi e centri commerciali alla domenica e nelle festività civili come il 25 aprile o il 1° maggio ci porta a riflettere su una delle grandi conquiste registratesi in occidente, grazie soprattutto all’ebraismo e al cristianesimo: l’affermazione di un giorno settimanale – il sabato per gli ebrei, il giorno dopo, la domenica, per i cristiani – come giorno di riposo per tutti, tempo di festa condivisa e anche di assemblea per i credenti, che insieme confessano la loro fede e celebrano il culto al Signore nel quale mettono la loro speranza. Un giorno di tregua al neg-otium, al tempo che “nega l’ozio”, per dedicarsi appunto all’ otium che non è il “far niente” della pigrizia, ma una presa di distanza dalla propria opera, un antidoto all’alienazione possibile anche nel lavoro. 
Per secoli la domenica, nei paesi segnati dalla cristianità, era quasi per tutti il giorno dell’astensione dal lavoro, giorno di festa in cui era possibile incontrarsi, rinnovare e approfondire le relazioni, permettersi un po’ di svago e di divertimento...

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domenica 29 aprile 2012

Giuseppe Toniolo Beato

La beatificazione di Giuseppe Toniolo (1845-1918) è un evento di straordinaria importanza per il cattolicesimo italiano; e non solo per esso. Un padre di famiglia, un docente universitario, un militante cattolico giunge agli onori degli altari: attraverso un cammino incominciato nel 1933 negli ambienti della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Un campione dunque dell’Azione Cattolica, che in Toniolo ha visto il modello di un laico fattivamente impegnato nella città secolare, in costante e continua comunione con la gerarchia.
Ma Toniolo supera e oltrepassa le appartenenze di gruppo. Anche allora il mondo cattolico era attraversato, talvolta dilaniato, da anime diverse spesso in aperta competizione...

La beatificazione di Giuseppe Toniolo sancisce il pensiero, l’azione e la vita di uno studioso che realizzò una compenetrazione tra le sue solide convinzioni etico­religiose e studi economici di grande spessore scientifico. Ed entrambi questi aspetti l’hanno aiutato a mantenersi libero verso gli elementi ideologici che spesso indeboliscono le argomentazioni economiche. È significativo perciò che venga beatificato in una stagione di crisi e quando un po’ tutte le teorie economiche, di diverso orientamento, appaiono inadeguate.
Leggi tutto: L’umana alternativa

Il pensiero e l’opera di Giuseppe Toniolo (1845-1918) vanno collocati non solo nell’ambito pur complesso e articolato del movimento cattolico nazionale e della crociana “nuova Italia”, ma anche nel più vasto quadro della coeva cultura europea, assumendo la parola cultura nel suo significato pregnante di visione dell’uomo e del mondo, ossia come scala di «valori, mentalità e costume, che si ispira e si traduce nei comportamenti di un popolo». Una cultura che non è discorso astratto, ma designa la “condizione concreta” dell’uomo in una determinata situazione storica e tende con ciò stesso a “generare una civiltà”.


Per approfondire:

L’attualità di Giuseppe Toniolo sta nella ricchezza e nella completezza di una biografia laicale: coniugato, con una famiglia numerosa, uomo di studio e di insegnamento, economista di rilievo, egli partecipa all'attività scientifica e allo stesso tempo mette a disposizione tutta la sua competenza per la divulgazione, il coinvolgimento popolare, impegnandosi nell'associazionismo ecclesiale, con una forte attenzione al sociale e, in prospettiva, all'azione politica. Muove i suoi passi in un’Italia che da poco è nazione e allo stesso tempo ha uno sguardo europeo che lo porta a mantenere contatti frequenti con ambienti di studio e con istituzioni culturali di respiro internazionale. Ad unificare questo impegno vasto e generoso, una spiritualità laicale vissuta con coerenza nella fedeltà quotidiana...

Giuseppe Toniolo è stato anche l’iniziatore delle Settimane Sociali in Italia, a Pistoia nel 1907, con il grande merito di aver guidato il laicato cattolico del suo tempo a prendersi cura concretamente dei problemi del Paese, in un periodo in cui ai cattolici non era aperta la via dell’impegno politico diretto. 
Guarda il video in occasione del centenario delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani (2007): "Un Centenario un protagonista: Giuseppe Toniolo"

La beatificazione di Giuseppe Toniolo, non può che rallegrare quanti hanno a cuore il risveglio nella Chiesa di una nuova stagione del laicato. Un laicato chiamato a quella vocazione universale alla santità che il Concilio (L.G. 40) aveva riproposto con forza. Una santità sul modello del Signore Gesù, possibile a tutti coloro che, di “qualsiasi condizione”, si applichino a seguirne il modello, in virtù del loro essere “nel battesimo della fede” veramente figli di Dio e “compartecipi della natura divina e perciò realmente santi”. Su questa strada la Chiesa ci indica un esempio in più. 

... Ci accompagni uno dei pensieri che lo animò: «Noi credenti sentiamo nel fondo dell’anima, ed è urgente proclamarlo: chi definitivamente salverà la società non sarà un diplomatico, non un dotto, non un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi». Vale la pena pensarci, ora che ci prepariamo a venerarlo come Beato.


Preghiera dei Fedeli - Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) - IV Domenica di Pasqua anno B


Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)






Preghiera dei Fedeli
IV Domenica di Pasqua anno B
22 aprile 2012

XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - "Rispondere all'amore... si può"

Nella quarta Domenica di Pasqua, 29 Aprile 2012, domenica del Buon Pastore, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, proposta alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel 1964. Il tema che il S. Padre Benedetto XVI propone in questa quarantanovesima Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera delle comunità cristiane è: "Le vocazioni dono della carità di Dio" (Deus caritas est, n.17). Ciò significa riscoprire la gratuità del dono di ogni vocazione e di ogni chiamata a vivere la propria vita nel segno della Beatitudine e dell'Amore, in continuità con quanto afferma Gesù nel vangelo di Matteo: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8). Lo slogan scelto dal Centro Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana è:"Rispondere all'amore... si può" Esso si propone come invito a vivere con creatività, responsabilità e fedeltà la propria vocazione. 

Il Messaggio del Papa per la 49a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
 in immagini, musica e parole! 


Preghiera

Beata sei tu, Maria
Vergine dal cuore infinito.
Intuisci con affetto di Madre
le segrete attese di ogni persona,
che cerca il senso autentico
della propria Chiamata.
Incoraggia con cuore di Madre
il profondo desiderio di ogni vita,
che sa farsi
dono e servizio nella Chiesa.

Donaci la tua mano dolce,
quando la strada delle scelte
si fa ardua e faticosa.
Donaci la tua fede trasparente,
quando il nostro cuore
è dubbioso ed inquieto.
Donaci la tua preghiera fiduciosa
per capire,
per partire,
per servire.
Vergine Madre, semplice nel cuore.
Vergine Sorella, sostegno nel cammino.
Vergine Amica, infinito Sì all'Amore.
Intercedi per noi sante Vocazioni,
dono gioioso della Carità di Dio.
Amen



Lectio del Vangelo della domenica a cura di fr. Egidio Palumbo

Lectio del Vangelo della domenica
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
IV DOMENICA DI PASQUA/B - 29.04.2012

L’itinerario mistagogico di questa domenica di pasqua si sofferma sulla Bellezza/Bontà di Cristo contemplato come Pastore della sua Chiesa e di ogni cristiano (Gv 10,11-18). A Cristo viene attribuita la qualità di Pastore che nell’AT era attribuita solo a Dio; perciò egli dice «Io sono il Pastore Bello/Buono» (Gv 10,11.14), dove l’«Io sono» è espressione che evoca la presenza di Dio, che si fa compagno di viaggio di ogni credente, di ogni uomo (Es 3,14); è come se dicesse: «Io sono con te, il tuo Pastore» (cf. Gs 1,5.9.17). 
Inoltre, qui Gesù è qualificato come il Pastore Bello/Buono. L’espressione si potrebbe leggere così: «Io sono il Pastore, quello Bello/Buono», nel senso che Gesù è il Pastore unico e autentico, non ce ne sono altri come lui; la sua Bellezza di Pastore è incomparabile. A noi cristiani, con modalità diverse, a seconda dei carismi e ministeri ricevuti (ad esempio: Gv 21,15-19), egli ci rende partecipi della sua bella pastoralità, ma rimaniamo sempre molto inadeguati, non riusciamo a somigliare completamente a Lui, non a caso l’apostolo Pietro sente il bisogno di scrivere quanto segue: «Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce» (1Pt 5,1-4). Di questa inadeguatezza, che spesso oscura la Bellezza di Cristo il Pastore supremo, bisogna esserne tutti consapevoli, al fine di non coltivare qualche pia e maldestra presunzione… 
Ma di quale luce risplende e irradia la Bellezza di Cristo Pastore?...



sabato 28 aprile 2012

Emmanuel Lévinas, prigionia e spiritualità. Jacques Derrida, tremare davanti a Dio - Uomini e profeti

Emmanuel Lévinas, prigionia e spiritualità
Jacques Derrida, tremare davanti a Dio

con Silvano Facioni
sabato 21 aprile 2012


UOMINI e PROFETI
Fedi e Mondo 
Alcune letture sul tema degli uomini in guerra, delle reazioni umane alla violenza, e di come gli esseri umani abbiano cercato di introdurre l’ipotesi Dio per porre riparo al dolore e al male. Si inizia da un testo semplicissimo, il reportage di un polacco, Wojciech Tochman, sui territori della Bosnia a vent’anni dalla guerra e su quello che resta: devastazioni e ricostruzioni, odio e dolore inestirpabile; tentativi di riconciliazione con il proprio passato, e vergogne incancellabili; lutti non vissuti, che trovano un poca di quiete solo nella restituzione delle ossa ai parenti degli uccisi: montagne di ossa da ricomporre, di vestiti d lavare, di oggetti da attribuire: solo per fare salva un po’ di memoria.
Poi si prosegue con le memorie di prigionia di Emmanuel Lévinas, internato in un campo in Germania durante i cinque anni di guerra: appunti, note, raccolte di pensieri che narrano la prigionia come esperienza dell’essenziale e dello spirituale.
Infine Jacques Derrida: che cosa fa sì che il nostro corpo tremi? E perché trema la terra? E perché qualsiasi tremore “è un tremore davanti a Dio”?


Basta Pil, basta con l'ossessione della crescita, introduciamo il Fil per valutare le economie dei Paesi

Basta Pil, basta con l'ossessione della crescita, 
introduciamo il Fil per valutare le economie dei Paesi

Nel marzo 1968, tre mesi prima di essere assassinato, Robert Kennedy pronunciava, presso l'Università del Kansas, un discorso rimasto memorabile nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere degli stati.

«... Il PIL - affermava Kennedy - comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari ... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta ...».




Una "dittatura" di cui è bene liberarsi. Eppure sono anni che in diversi ambiti culturali, politici ed anche istituzionali si sperimentano forme di misurazione della qualità del vivere, alternative a quelle degli indicatori tradizionali, dall'Indice di Sviluppo Umanodi UNDP (Nazioni Unite) al Better Life Index di Ocse. Senza dimenticare che quello "che rende la vita veramente degna di essere vissuta" non sempre è misurabile.

Fra questi nuovi strumenti, l'indice Quars che - a differenza di altri indicatori - misura la qualità dello sviluppo nelle Regioni italiane. Fornendo così un quadro che ridisegna il nostro paese a partire dalla qualità dell'ambiente, dell'economia e lavoro, dei diritti e cittadinanza, della salute, dell'istruzione e cultura, delle pari opportunità, della partecipazione. Sette macroindicatori, articolati a loro volta attraverso 41 indicatori specifici, per guardare con occhi diversi un paese che evidenzia profonde distanze da una Regione all'altra.

Leggi tutto:
"DePiliamoci (l'ossessione della crescita)" di Michele Nardelli



venerdì 27 aprile 2012

“Il coraggio di sperare oggi” - HOREB 61 - N. 1 del 2012

“Il coraggio di sperare oggi” 

HOREB 61 - N. 1 del 2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)



Il ricordo di padre Ernesto Balducci /3: Le sfide del tempo con Enzo Bianchi .

UOMINI E PROFETI
domenica 22 aprile 

Le sfide del tempo
con Enzo Bianchi
Ricordo di Ernesto Balducci

La Bibbia ebraica – la Legge, i Profeti e gli Scritti – finisce con quello che viene definito il Primo Testamento. Ma la Bibbia dei cristiani comprende una serie di piccoli libri che vanno sotto il nome di Primo o Nuovo Testamento. Dalla prossima settimana ne inizieremo la lettura, ma oggi ci chiediamo con Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, a quali sfide si trova di fronte oggi il credente. Siamo investiti oggi di un pensiero “planetario” che deve forzatamente allargare il proprio sguardo oltre le storie individuali: come mettersi in relazione alle fedi degli altri? E come confrontare la propria fede con il pensiero scientifico? Le visioni vertiginose del cosmo ci proiettano in un universo multiforme e sterminato: dove collocare il posto di Dio? Di fronte allo “sgomento degli spazi infiniti” (Pascal) come pensiamo Dio? Come un principio inaccessibile che “attraversa” il cosmo, o come un’idea di bene che si fa vicina alla creatura?
Ricorderemo anche, in questa puntata, Ernesto Balducci, profeta della cristianità dei nostri tempi, che si pose tempestivamente tutte queste questioni.


Ascolta

«Relazioni buone e bene comune» lectio magistralis tenuta dal cardinale Angelo Scola il 26 aprile al Centro Congressi della Fondazione Cariplo

“Il significato del bene comune” è il tema della lectio magistralis che il cardinale Angelo Scola ha tenuto giovedì 26 aprile al Centro Congressi della Fondazione Cariplo in occasione dell’evento “Più sociale nel social. Strategie e strumenti per diffondere il concetto di bene comune”, promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Pubblicità Progresso.


Al termine dell'incontro l'Arcivescovo ha risposto alle domande dei giornalisti
Riparte il Fondo: segno della presenza capillare sul territorio della Chiesa in tempo di crisi


"Dalla messa tridentina alla riforma liturgica del Vaticano II" di Enzo Bianchi

"Dalla messa tridentina 
alla riforma liturgica del Vaticano II"
 di Enzo Bianchi


"Da tempo sento il dovere di raccontare come ho vissuto la messa per vent’anni, prima della riforma liturgica voluta dal concilio Vaticano II. Sento questo dovere per diverse ragioni. Innanzitutto perché in me il ricordo di quella messa resta vivissimo: da sei a ventiquattro anni è stata per me la messa quotidiana, una messa in cui «servivo» da chierichetto. Quella messa era la principale fonte della mia vita spirituale, era la messa che mi plasmava ogni giorno, era la liturgia di comunione con il Signore nella quale crescevo e facevo discernimento sulla mia vita e sulla mia vocazione. 

Ma c’è anche un’altra ragione per cui sento questo dovere di memoria. Molti che hanno la mia età o sono anche più vecchi, e dunque hanno vissuto come me o più di me quella forma liturgica, sembrano non ricordare, non sanno più parlarne, né sanno leggerla: l’ho constatato più di una volta, rimanendo spesso turbato da tanta smemoratezza… Non si tratta però della trascrizione di ricordi personali, quasi fossero mie memorie, né di nostalgia da parte di un senescente: è un confronto tra due forme di celebrazione, tra due riti entrambi capaci di celebrare il mistero di Cristo, ma uno derivante dall’altro e generato dal più antico, nella continuità della crescita della fede e dell’eloquenza della fede che è la liturgia cattolica. "

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"Dalla messa tridentina alla riforma liturgica del Vaticano II" di Enzo Bianchi


giovedì 26 aprile 2012

Il ricordo di padre Ernesto Balducci /2 - "Siate ragionevoli, chiedete l'impossibile"

A vent'anni dalla morte di padre Ernesto Balducci, Chiarelettere pubblica Siate ragionevoli, chiedete l'impossibile, raccolta dei principali scritti politici del don di Santa Flora. 
Vi proponiamo un articolo di padre Balducci apparso su Il Secolo XIX il primo settembre 1991, tre giorni dopo l'uccisione di Libero Grassi.
Della mafia, come della metafisica, dovrebbero parlare solo gli esperti. Ma mentre gli esperti della metafisica, rari e introvabili, possiamo lasciarli senza nostro danno ai loro soliloqui sublimi e inutili, gli esperti della mafia siamo costretti a sopportarli, quando gli avvenimenti li chiamano a ripeterci la lezione di circostanza, senza che al nostro intelletto esterrefatto giunga mai un barlume di luce. Anzi, di anno in anno, che dico?, di mese in mese il buio si fa sempre più buio.
E se cominciassimo a prendere la parola noi che esperti non siamo? Se cominciassimo, sgombrandoci di dosso ogni complesso di inferiorità, ad applicare
anche a questo fenomeno complesso e misterioso i sani e semplici criteri dell’etica politica su cui si basa, o dovrebbe basarsi, la nostra coscienza di cittadini? Ebbene, dopo aver fatto per una giornata una rigorosa astinenza – non ho toccato un quotidiano, non ho ascoltato un giornale radio, per paura di imbattermi negli esperti governativi – provo a dire la mia.

"SIATE RAGIONEVOLI CHIEDETE L'IMPOSSIBILE" - Ernesto Balducci"- introduzione al testo di Don Andrea Gallo. 

Pubblichiamo la prefazione di don Andrea Gallo a "Siate ragionevoli chiedete l’impossibile" di Ernesto Balducci (Chiarelettere).
Ernesto Balducci è stato uno straordinario testimone del Vangelo e credo che più che un personaggio da commemorare, a vent’anni dalla morte, sia un uomo da ascoltare e da studiare.

Leggi la scheda del libro: Siate ragionevoli chiedete l'impossibile

Vedi anche il nostro post precedente:

Il ricordo di padre Ernesto Balducci /1

Il 25 aprile del 1992 un incidente stradale poneva fine alla vita di Ernesto Balducci. A vent'anni di distanza, cosa ci rimane di lui? Nella Chiesa sembra essere stato dimenticato. Le sue idee, esposte in una quantità notevole di libri, articoli, saggi, conferenze, son quasi solo relegate nella cerchia di chi continua a studiarle. Ma Balducci non è affatto “superato”.
Laicità politica del credente
Le sue riflessioni, le sue speranze, e le sue stesse “visioni” del futuro, non appartengono ad una stagione irrimediabilmente passata. Anzi. 

Se fosse ancora qui tra noi, padre Ernesto Balducci non avrebbe dubbi. Per uscire dalla crisi dobbiamo ripartire dalle città. Di fronte alla crisi epocale che sta facendo strage di diritti, di fiducia e di vite umane, di fronte al disordine, all'incertezza e allo smarrimento imperanti Balducci ci indicherebbe innanzitutto un luogo. Non un luogo qualunque, ma qualunque luogo dove l’umanità assume un volto concreto. 

Poche settimane prima di morire (il 25 aprile del 1992), padre Ernesto Balducci cura la postfazione a “Vangeli del terzo millennio”di Paul Gauthier, edito in Italia da Qualevita. Ve ne proponiamo un estratto:
”Ecco cosa mi dico: il Cristo viene a te sotto le specie sacramentali del diverso: la donna, l’operaio, il nero, il musulmano, il buddista ecc. Il Dio di Gesù Cristo è nascosto in ogni diversità, egli è il Santo. Ma la sua diversità ha disteso veli tra noi e ci viene incontro attraverso gli uomini differenti da noi. Il viso di Dio è il viso dell’uomo che io non arrivo a comprendere. Mio compito non è far diventare cristiani gli altri, bensì quello di entrare nella identità degli altri e di comprenderli o, almeno, di prenderla come misura delle possibilità del Regno. 

Il 25 aprile di venti anni fa, moriva Ernesto Balducci, lo scolopio di Santa Fiora che ha operato per decenni a Firenze. La sua lettura dei segni dei tempi l’ha portato a percepire la differenza tra cristianesimo e cristianità.

«Testimonianze» dedica questo volume monografico speciale al suo fondatore a 20 anni dalla sua scomparsa (25 aprile1992). Un lavoro «plurale», a più voci, ad opera di amici, studiosi, «compagni di viaggio» che vuole essere l’omaggio ad una figura originalissima di prete, cristiano e pensatore ed alla sua «laica» elaborazione sui temi della pace, dell’interdipendenza planetaria e dei diritti umani. Ma anche una rinnovata occasione per lo sviluppo di una riflessione storico-critica sul percorso di una personalità la cui feconda ed anticipatrice visione del mondo e delle cose va oggi posta in rapporto con i temi ed i problemi inediti e con la complessa ed ambivalente realtà degli anni duemila. 


mercoledì 25 aprile 2012

Resistere al male in nome di Dio: Tito Bradsma

Resistere al male in nome di Dio:

Tito Bradsma



Tra i martiri per la libertà troviamo P. Tito Brandsma,carmelitano olandese, che i nazisti uccisero nel campo di concentramento di Dachau. P. Tito Brandsma è stato proclamato "Beato" dalla Chiesa perché andò incontro alla morte consapevolmente, volutamente, per difendere i principi cristiani contro il mostro che allora divorava l'Europa e le coscienze


Ecco alcuni passaggi del discorso che P. Tito tiene come Rettore Magnifico nel 1932 nel dies natalis dell’Università cattolica di Nimega, che era tutto incentrato sul concetto o immagine di Dio.

«Si deve vedere Dio come lo sfondo del nostro essere... , e adorarlo non solo nel nostro intimo, ma anche in tutto ciò che esiste, prima di tutto nel nostro prossimo, ma anche nella natura, nell'universo. Egli, infatti, è presente ovunque, riempie di sé ogni cosa col lavoro delle sue mani. Dio che abita la nostra esistenza, Dio all'opera nel cosmo, non deve solo essere oggetto della nostra intuizione. Bensì, Dio deve manifestarsi nella nostra vita, esprimersi nelle nostre parole e nei nostri gesti, irraggiare da tutto il nostro essere e da tutto il nostro agire.

[...] Non dobbiamo considerare la persona amante di Dio, il mistico, come colui che sta fuori della vita, della storia. Anzi, chiunque vive la storia e ne porta il peso responsabile, deve sentire come suo primario, supremo compito, arrivare alla conoscenza di se stesso: la più difficile ma anche la più bella di tutte le imprese umane. E attraverso il suo intelletto giungere ad incontrare Dio nella profondità della propria vita. Lì si deve arrivare. Possa pure l'acqua dell'esistenza essere intorbidita dalle burrasche della vita! Tornerà la quiete, lo sguardo pacificato andrà nelle profondità: lì saremo capaci di vedere Dio. Dio ci è visibile: possiamo vederlo e vivere alla sua presenza. Contemplare lui significa lasciarsi da lui influenzare in tutta la nostra condotta. Dio allora si manifesterà anche nelle nostre opere. [...] Non basta insistere sul vivere nella pratica la nostra fede e stimolarci a questo: occorre fare di più. Dobbiamo capire il nostro tempo e non estraniarci dalla storia. Anche noi siamo figli del nostro tempo: siamolo con chiara coscienza. Lasciamo che il tempo attuale agisca su di noi con ciò che di buono ha.

[...] Con gioia vediamo tante persone, soprattutto giovani, piene di grande entusiasmo, guidate da Dio che adorano nel loro intimo, unite a lui ancor più intimamente attraverso la grazia. Esse infatti confermano e rafforzano tale unione con la santa Comunione quotidiana. E dalla loro unione con Dio attingono forza per servire i fratelli: a questo si deve arrivare. L'atto buono non è più sufficiente: occorre diventare consapevoli che servire i fratelli ci è richiesto proprio dalla nostra unione con Dio. Proprio questa consapevolezza ci deve portare a compiere atti di bene. Neppur più la fede è sufficiente da sola: essa deve manifestarsi operando nell'agire; nelle azioni deve manifestare tutto il suo valore.

Una tale immagine di Dio diventa un ideale trainante: essa non solo tra breve troverà accesso accanto alle altre vaghe ed astratte immagini di Dio che in tanti spiriti ancora sopravvivono; ma, una volta che avrà conquistato i cuori, li sorreggerà per una grande lotta ed una lunga resistenza.

[...] Data la necessità di rendere manifesta la nostra fede nel nostro agire, da essa ispirato, dobbiamo essere ancora più attenti a non perder di vista la vita intima di Dio. L’ agire, da solo, non è sufficiente. esso deve provenire da un cuore abitato da Dio; la nostra azione deve giungere dal nostro intimo sacrario dove Dio decreta e consiglia il da farsi. In questo modo il nostro agire sarà non solo forte ed irresistibile all'esterno, ma
anche nel nostro intimo sarà forte. Una manifestazione di vita più riuscita e più nobile»
 Leggi:
Breve biografia

Guarda la relazione:
"Tito Brandsma, uomo di speranza”






Vivere - 25 aprile. Festa della Liberazione

25 aprile. 
Festa della Liberazione 







VIVERE
film-documentario


Palco e retropalco propone un film-documentario scritto e diretto da Franco Bernini che ricorda gli anni '43/'44', la caduta del fascismo, la persecuzione nazista fino allo sbarco alleato e all'armistizio. Al centro di questo percorso l'iter di un uomo, di uno degli attori e registi più celebri ed amati di quegli anni: Vittorio De Sica. Interprete e regista di commedie prevalentemente brillanti, De Sica era apprezzato allora soprattutto per la sua eleganza, il suo garbo, il suo fascino, quasi che questa grazia, questa leggerezza nascondessero un nulla e un vuoto.


Il 25 aprile 2012 si celebra per la 67a volta la festa della Liberazione dal nazifascismo. La data ricorda l’insurrezione e la liberazione di Milano da parte dei partigiani e della popolazione civile insorti contro gli invasori.

Rai.tv riunisce in un’ampia offerta video e documenti da non perdere per ricordare quel fondamentale momento storico del nostro Paese. Dal teatro civico di Marco Paolini: "Vivere" in cui si racconta una storia poco nota di Vittorio De Sica nella Roma occupata del 1943; un lungo servizio di "Rainews24" incentrato sulla memoria di quel periodo nei giovani di oggi dal titolo “I ragazzi del 25 aprile”; un ciclo di puntate de “La storia siamo noi” sui protagonisti di quei giorni.

Infine, Dario Fo che racconta la storia del partigiano Luna tratto dal programma “Trasmissione Forzata” e alcuni sketch de “La superstoria”, la trasmissione satirica di Andrea Salerno che ha descritto con ironia l'Italia contemporanea.

GUARDA IL FILM-DOCUMENTARIO 
VIVERE


Il "Festival delle Resistenze contemporanee" 2012 - "La crisi come opportunità"


Il "Festival delle Resistenze contemporanee" 2012 - 

"La crisi come opportunità"
Bolzano dal 25 aprile al 1° maggio




LA CRISI COME OPPORTUNITÀ
Il "Festival delle Resistenze contemporanee" si svolge anche quest'anno dal 25 aprile, anniversario della Liberazione dalla dittatura nazi-fascista, al 1 maggio, festa dei lavoratori.
La nuova edizione si propone di dare il proprio contributo nel rinsaldare la coesione sociale, nel riscoprire ciò che ci accomuna e unisce. Vuole essere una occasione di riflessione su ciò che ognuno di noi può fare per intraprendere una via di uscita dalla difficile situazione in cui si trova il Paese e per guardare al futuro con fiducia.
È importante pensare a come si possa e si debba resistere oggi, senza mai dimenticare i valori fondanti della società democratica; e come dar vita, attraverso la trasmissione di esperienze fra generazioni e cittadini, a ulteriori e nuovi stimoli per una riscoperta di questi valori attraverso progetti culturali freschi ed attuali.


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"Festival delle Resistenze contemporanee" 2012


martedì 24 aprile 2012

"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 22 aprile 2012

"Le Frontiere dello Spirito" 
puntata del 22 aprile 2012
III Domenica di Pasqua - Anno B -


Il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.



Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Atti degli Apostoli  13-15.17-19 ) e un frammento del salmo (4) proclamati nella celebrazione della domenica.


Nella seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio "Il cammino di S. Michele l'Angelo nella grotta". Seconda ed ultima tappa al "cammino dell'Angelo" dedicato all'arcangelo Michele, una devozione che si è riaccesa forse perchè tutti aspiariamo ad un difensore, qualcuno che può sconfiggere il male ....


Guarda la puntata completa: video dal sito Mediaset




"Essere cristiani oggi" di Gianni Mula e Carlamaria Cannas

Viviamo in un tempo senza gioia né speranza, chiamati tutti ad una scelta di campo in favore delle vittime della crisi che stiamo attraversando. Per i cristiani questa scelta dovrebbe essere ovvia, visto che dal Vaticano II in poi l'opzione preferenziale per i poveri dovrebbe essere la regola, ma la pratica teologica e pastorale ha spesso mostrato una realtà differente. “Mi formavi nel silenzio”, un libro appena pubblicato di Arturo Paoli e Dino Biggio, ci insegna come conservare anche in tempi come questo la gioia e la speranza cristiana.

Leggi tutto: "Essere cristiani oggi" di Gianni Mula e Carlamaria Cannas

Leggi anche il nostro precedente post:


lunedì 23 aprile 2012

Omelia di P. Gregorio Battaglia - III domenica di Pasqua anno B - 22.04.2012


Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
III domenica di Pasqua anno B - 22.04.2012




"Nell'ascoltare questa pagina del Vangelo di Luca di questa III Domenica di Pasqua, ricorrevano delle parole che avevamo già sentito nella II Domenica di Pasqua... sappiamo bene che la nostra fede parte da Gesù crocifisso e risorto, altrimenti come ci dice Paolo, vana sarebbe la nostra fede, ...ma noi non celebriamo una "sconfitta" ma celebriamo la potenza dell'Amore che ci ha preceduto..."

PER ASCOLTARE cliccare qui




I diritti dell'infanzia a rischio in Italia - Relazione di Vincenzo Spadafora, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza


Infanzia, diritti dei minori a rischio

Povertà e abbandono scolastico i problemi gravi che colpiscono i più piccoli. La prima relazione di Vincenzo Spadafora, Garante per l'infanzia. Che denuncia l'arretramento dei diritti.

I diritti dell'infanzia non sono diritti “minori” e l'Authority che li deve tutelare in Italia non è un'Autorità “minore”. E' questo un passaggio chiave della Relazione di Vincenzo Spadafora, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, letta questa mattina nella Sala della Lupa della Camera dei Deputati, alla presenza del presidente della Camera Gianfranco Fini. Spadafora ha assunto l'incarico solo cinque mesi. Più che una relazione sulle cose fatte, la sua è necessariamente una condivisione di “proposte concrete che l'Authority intende portare avanti”. 

Leggi tutto:


Mercoledì 18 aprile, alle ore 11, presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio presentazione della Relazione annuale dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Sono intervenuti il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e il Garante Vincenzo Spadafora.


domenica 22 aprile 2012

Preghiera dei Fedeli - Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) - III Domenica di Pasqua anno B


Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)






Preghiera dei Fedeli
III Domenica di Pasqua anno B
22 aprile 2012

42a edizione della Giornata Mondiale della Terra


Alla sua quarantaduesima edizione, l’Earth Day, non solo non ha perso il proprio entusiasmo, ma è diventato un evento sempre più importante, in grado di mobilitare cittadini di oltre 190 Paesi, tra cui anche l’Italia, dove per il quinto anno di seguito verrà celebrata la giornata dedicata al Pianeta. Sarà che la coscienza e la sensibilità verso le tematiche ambientali aumentano, mentre la questione si fa più ampia e delicata, da trattare con vivo interesse e costante sollecitudine: ecco perché il 22 aprile diventa, ancora una volta, l’occasione per ricordare che ogni giorno è il giorno della Terra, attraverso quell'appuntamento ormai fisso che è un grande Concerto, che quest’anno si terrà a Napoli. Un concerto «a impatto zero», dal momento che la quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera dallo spettacolo sarà bilanciata attraverso i nuovi alberi che verranno piantati nelle foreste.

Un miliardo di persone in 175 Paesi per l'Earth Day, la Giornata della terra, che oggi darà vita a una maxi-mobilitazione mondiale in difesa dell'ambiente. Dagli Stati Uniti a Bali, dall'Islanda al Pakistan, per tutti lo slogan è ''Mobilitiamo il pianeta'' con eco-eventi volti a sostenere la necessita' di uno sviluppo sostenibile. 

24 ore da dedicare alla Terra, il posto dove viviamo e a cui dobbiamo tutto: l’aria che respiriamo, il sole, il mare, la natura, gli animali e la terra sotto i nostri piedi. In questa importante giornata, i personaggi della famiglia Nickelodeon si sono attivati in prima linea per ricordare ai ragazzi che, ogni nostro gesto quotidiano può avere un ruolo eco- sostenibile.
Domenica 22 Aprile, su entrambi i canali Nickelodeon e Nick Jr andranno in onda due maratone tematiche dedicate alla Giornata mondiale della Terra. 

... considerata l’importanza di questa giornata mondiale, anche la televisione intende celebrare tale ricorrenza con programmi rivolti a giovani e adulti al fine di porre l’attenzione sull'importanza di questo evento, simbolo di una volontà rivolta a dire basta ai soprusi a cui il Pianeta Terra è costantemente soggetto. Ma vediamo la programmazione televisiva di oggi per questo Earth Day 2012 

175 nazioni, oltre un miliardo di persone si mobilitano oggi per la Giornata mondiale della Terra: tanti gli eventi e le iniziative: dall'Europa all’America fino all’India e poi l’Iraq, Taiwan con concerti, spettacoli, raduni, ma anche campagne di sensibilizzazione nelle scuole perché il primo obiettivo di questa edizione è proprio quello di informare e ribadire che chiunque, nel suo piccolo, può contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Cecilia Seppia per Radio Vaticana ha intervistato Enrico Brugnoli, direttore del Dipartmento Ambiente del Cnr

Concerti a impatto zero, pulizia dei litorali, presentazioni di libri, scambio di sementi: quasi mezzo miliardo di persone in ben 192 Paesi celebreranno la Giornata Mondiale della Terra. Un giorno di iniziative a favore della sostenibilità come accade da 42 anni per sensibilizzare la società civile sulla necessità di conservare le risorse naturali. Con uno zoom sulla nutrizione

... Per non ricalcare le generali e meste considerazioni sul degrado, il quale, nonostante dichiarazioni e denunce, prosegue imperterrito, vediamo cosa ognuno di noi, causa e vittima del global warming , può cercare di fare per allontanare il superamento dei 2° centigradi di temperatura globale, considerato un limite invalicabile per la salute della Terra.
Se moltiplichiamo un nostro atto, anche il più innocente possibile, per i 60 milioni di italiani o per i 7 miliardi di terrestri, esso può contribuire pesantemente al paventato tracollo, così come il battito d'ala della farfalla in Brasile può scatenare (secondo il famoso paradosso di Edward Lorenz) uragani in Texas...
Leggi tutto: Un giorno per la Terra Dieci azioni concrete per provare a salvarla

Qualcuno dice che il buon senso si è perso. Noi vorremo dimostrare il contrario.
Vogliamo quindi lanciarti una sfida: dedica un po’ del tuo tempo a pensare cosa tu potresti fare nel concreto della tua quotidianità. Prova a definire un’azione che ti senti in grado di portare avanti. Comunicacela, via web utilizzando il modulo che trovi qui sotto, e poi inizia a metterla in pratica.
Con il tuo aiuto ed il tuo impegno dimostreremo che cambiare è possibile ed è possibile proprio partendo dalla quotidianità di ognuno di noi. Ci riusciremo perchè siamo convinti che esistono ancora persone di Buon Senso che rispettano la Terra con tutto quello che ci sta sopra.
La sfida è lanciata. A te raccoglierla. Te la senti?
Leggi tutto: Azioni del buon senso


Ma c'è anche chi per scelta decide di non festeggiare il giorno della terra...
... L’Earth Day è stato celebrato per la prima volta il 22 aprile 1970, e da allora si ripete sempre uguale a se stesso, trascinandosi appresso il medesimo cahier de doléance. Ma queste lamentele sono davvero giustificate, e distinguono correttamente cause ed effetti?