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venerdì 20 gennaio 2012

Suicidi in carcere... una strage silenziosa

... "La notizia dell'ennesimo detenuto suicida - commenta il Sappe in una nota - e' sempre, oltre che una tragedia personale e familiare, una sconfitta per lo Stato. Quella delle morti in carcere, per suicidio o per cause naturali, si sta configurando 
come una vera e propria ecatombe. E se il drammatico numero non sale ulteriormente e' grazie alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria, che quotidianamente sventano numerosi tentativi di suicidi"...
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Una morte silenziosa, attenuata dalla colpa, che rende ogni gesto estremo una meritata condanna. 
Sovraffollamento, condizioni di vita precarie e insostenibili. Sono le carceri italiane, dove la pena si sconta con la quotidiana lotta alla sopravvivenza. Leggende, storie del Belpaese, titoli ad effetto: tutto diventa maledettamente reale quando a parlare sono i numeri.

... C’è poca attenzione alle condizioni di vita dei detenuti e alla possibilità che possano “redimersi” ed essere recuperati alla vita sociale, dopo aver scontato la giusta pena. Eppure, per un cristiano visitare i carcerati fa parte delle opere di misericordia corporali. Su questo verterà il giudizio del Signore. Ce lo ricorda l’evangelista Matteo: «Ero carcerato e siete venuti a trovarmi»...

Le associazioni Ristretti orizzonti, Antigone, e A buon diritto chiedono di "fermare la strage", perché "c'è una correlazione tra le morti e il sovraffolammento nei penitenziari". A togliersi la vita sono stati 45 italiani e 21 stranieri. La loro età media non arrivava neanche a 40 anni

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