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mercoledì 30 novembre 2011

Siria: espulso il gesuita italiano Paolo Dall’Oglio

La notizia è di quelle che, da qualche tempo ormai, narrano di una pressione crescente da parte di regimi arabi formalmente laici contro le minoranze cristiane, in particolare quella cattolica. Ma il provvedimento contro il gesuita italiano Paolo Dall’Oglio ha un valore diverso.
Non solo alla luce del contesto siriano, ma anche dell’attività svolta da Dall’Oglio in Siria ormai da trent’anni. È del fine settimana scorso l’annuncio dato dal governo di Bashar al Assad di aver rivolto al responsabile della comunità monastica di Mar Mousa l’invito, tramite il vescovo cattolico di padre Dall’Oglio, a lasciare il paese.
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«La mia espulsione è stata decisa ma non è ancora stata stabilita la data, inoltre c’è ancora spazio per un intervento del vescovo, attualmente all’estero»: a parlare è Paolo Dall’Oglio, il gesuita italiano da oltre trent’anni in Siria, che il governo di Damasco vorrebbe allontanare dal Paese per il suo impegno nella riconciliazione nazionale. Popoli.info lo ha raggiunto telefonicamente...


Sono in forse gli appuntamenti italiani di Paolo Dall’Oglio, atteso a Milano alla Cattedra del dialogo e a Roma per la presentazione del suo ultimo libro (“Innamorato dell’Islam, credente in Gesù”, Jaca Book). Il gesuita ha fatto domanda di un «visto di rientro» per un viaggio nel Kurdistan iracheno che avrebbe dovuto poi proseguire in Italia, ma il visto gli è stato negato dall'Ufficio passaporti. Paolo Dall’Oglio è stato inoltre informato della «sospensione della residenza» in Siria (pur vivendo a Deir Mar Musa da tre decenni, non gli è mai stata concessa la cittadinanza: fino a ieri De Mussa simboleggiava la convivenza pacifica ed ecumenica tra musulmani e cristiani, esempio di pace per l’intero Medioriente – ndr). «C’è un desiderio dello Stato siriano – spiega telefonicamente- di controllare in modo più diretto la comunicazione fuori dal Paese di intellettuali indipendenti».


Perché dopo trent'anni vogliono cacciarla dalla Siria?
«Indico una via d’uscita dalla crisi diversa da quella che il governo sta perseguendo, tutto qui».
Paolo Dall’Oglio, gesuita romano che ha vissuto a Damasco la maggiore parte dei suoi 57 anni, parla dalla comunità monastica di Mar Musa da lui fondata nel deserto a nord della capitale siriana, con monache e monaci di varie nazionalità impegnati nel dialogo tra Cristianesimo e Islam che ospitano ogni anno migliaia di musulmani, cattolici, ortodossi e visitatori. Ieri la notizia di un decreto di espulsione: mentre lui da fine tessitore parla di dialogo interreligioso, il regime tuona contro il «complotto» di mondo arabo e Occidente. 

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