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mercoledì 5 ottobre 2011

Ricordo di Annalena Tonelli, invisibile missionaria della carità, nell'ottavo anniversario della sua morte

«Io sono nessuno»: era la frase che Annalena Tonelli ripeteva sempre a chi voleva farle un’intervista o un reportage. Pur conosciuta in tutto il mondo, Annalena aveva difeso con fermezza il silenzio su di sé e la sua opera, come aveva sottolineato nell’ultimo incontro pubblico nel giugno 2003, quando si recò a Ginevra per ricevere il prestigioso premio Nansen. Tre mesi dopo venne uccisa in Somalia. Era il 5 ottobre del 2003. Annalena: straordinaria, sempre. Aveva fatto sua una frase di Teilhard de Chardin ‘Non sono, né voglio, né posso essere un maestro. Prendete di me ciò che vi aggrada e costruite il vostro personale edificio… io non desidero altro che di essere gettata nelle fondamenta di qualcosa che cresce…». Davanti a frasi come questa, vi è solo l’inadeguatezza di qualsiasi commento che finirebbe per tradire la sua volontà di silenzio. La sua fu una scelta di vita radicale...

Il bene seminato da Annalena comincia a dare frutti copiosi
"Non conosco altro modo per gridare il Vangelo con la vita". E' forse questa l'espressione migliore con cui sintetizzarela scelta di Annalena Tonelli, barbaramente uccisa il 5 ottobre 2003 a Borama, in Somaliland, al culmine di un'esistenza interamente dedicata agli ultimi...

Mini biografia di una martire dei nostri giorni, disposta a dare tutta se stessa per le popolazioni somale del deserto: Il dialogo si fa azione




Penso alla "normalità" con cui affrontiamo le notizie sulla carestia nel Corno d'Africa. E mi vengono in mente Annalena Tonelli e il suo Comitato per la lotta contro la fame nel mondo


Per approfondire:
Annalena Tonelli missionaria laica martire:
"la sua Africa", Lui e i poveri per Lui