Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



lunedì 12 settembre 2011

Chiesa e politica: oggi è ancora lecito sognare?

Con l’Italia sull'orlo del baratro la Chiesa resta aggrappata al dogma che Berlusconi non va messo di fronte alle sue responsabilità. Invece di fare capire al più indegno premier della Repubblica che l’Italia ha bisogno di altro, la gerarchia ecclesiastica continua ad attestarsi su esortazioni generiche. Non fa l’unica cosa che dovrebbe: ritirargli la cambiale in bianco concessagli per diciassette anni.

Di fronte alla drammatica cronaca politica e sociale è naturale che vescovi e laici sentano il disagio, lo scandalo e il pericolo. Non pochi fanno l’esame di coscienza, si sentono in colpa e si giustificano dicendo che mai avrebbero immaginato il danno che un mondo di mediocri cortigiani avrebbe portato all'economia  alla giustizia, alla democrazia e alla moralità dell’Italia. Convegni, interventi, dibattiti, omelie, articoli e manifesti lo testimoniano.
Da un lato c’è l’indignazione nella base cattolica più consapevole. Dall’altro lato ci sono i tentativi di mettere assieme qualche nuovo soggetto politico per una “santa alleanza”.

Gli uomini contano...
Il nostro agosto 2011 ci ha insegnato come una crisi economica possa diventare il momento e l’alibi di un grande tentativo reazionario, fino ai limiti di un sovvertimento del sistema.
Questi sono i colpi di mano che il governo ha tentato col pretesto della crisi...

C'è uno scarto vistoso, fra le parole che si colgono in Vaticano su Silvio Berlusconi, e quelle dei berlusconiani sulla Chiesa cattolica. Parlano entrambi della «diga» rappresentata dal Cavaliere in questi anni. Solo che nell'episcopato si comincia a pensare che sia crepata e sul punto di crollare. Anzi, qualcuno cerca di prepararsi all'uscita di scena del Cavaliere, e di mostrare che i legami col suo centrodestra non sono stati stretti come appaiono: quasi il Vaticano temesse di rimanere schiacciato dalle macerie.
Gli uomini più vicini al presidente del Consiglio, invece, suggeriscono cautela. Negano qualunque ostilità o presa di distanza della Santa Sede e dei vescovi da Berlusconi. E invitano i loro pii interlocutori a non darlo per spacciato.
Si tratta di un rompicapo politico che sarà difficile risolvere a breve. Gli appelli delle gerarchie cattoliche a fare emergere una nuova classe politica finora sono caduti nel vuoto.