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mercoledì 14 settembre 2011

11 settembre: rafforzare il pensiero

Cosa accadde il day after l'11 settembre? Bush, con una straordinaria capacità di sintesi, disse: “non preoccupatevi; continuate a far shopping. Il nostro stile di vita non cambia”. Ed è qui la chiave di volta. La preoccupazione massima è che si stoppi di un sol giorno l’ipermercato mondo: il Pil. E’ la destra? Non solo. Sullo stesso credo è sintonizzato anche il pensiero riformatore o progressista che sembra in ogni dove (Italia – Europa – Mondo) incapace di proporre altro. Resto è poesia. Se non bastasse anche il sindacato dà la stessa indicazione: crescita, crescita e crescita.
La litania delle percentuali, delle 2 o 3 + delle agenzie di Rating, dell'approvazione dei mercati è sempre più un disco rotto. La valutazione passa sempre e solo per la quantità e mai per la qualità.
Ma, anche qui, il problema siamo noi. Non altri. Qual'è il pensiero altro che abbiamo da mettere sul piatto? Siamo sinceri: alcuno. Forse siamo orfani di Alexander Langer (lentius profundius suavius) ma non mi sembra di intravvedere novità alcuna.
Certo. Alla crescita si può opporre, anche nella morfologia grammaticale stessa, il concetto di decrescita. Ma siamo sinceri...ci convince? Chi va a dirlo alle moltitudine di cassintegrati o disoccupati? Crescere è poi nella natura delle cose...