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venerdì 5 agosto 2011

Migranti, se chi soffre prova odio - dossier di Famiglia Cristiana

I recenti eventi di Oslo e le agitazioni degli immigrati fanno riflettere: che cosa potrebbe accadere se gli animi si esasperano ancora di più? Il rischio per il nostro Paese.

Oslo 22 luglio 2011: un criminale esaltato fa strage di 93 ragazzi. Tutti inizialmente hanno pensato che fosse opera di terroristi islamici, Al Qaeda forse. Quei giovani sono morti invece per mano di un altro giovane, norvegese come loro, che li ha uccisi per urlare al mondo che il mondo è diventato troppo tollerante nei confronti degli islamici, degli immigrati e di tutti i “diversi” che minacciano di “inquinare” l’Europa e la nostra civiltà.
Il criminale aveva annunciato la strage, le idee xenofobe scritte e raccontate sul blog personale erano visibili da chiunque in quel paese come nel mondo e forse, pure osservate, erano state considerate “ridicole”, delirio di un personaggio apparso grottesco nel suo costume di cavaliere templare. La farsa ha avuto un epilogo tragico ed oggi, quasi improvvisamente con un brusco risveglio, ci accorgiamo che vi sono molti adepti, molti simpatizzanti. Serpeggia in Europa e non solo un sentimento di rabbia e di odio che nutre un’ideologia estremista che ritiene “l’altro”, il “diverso” per colore, continente e religione, la causa di tutti i suoi mali.
E in Italia? Siamo immuni da tale follia? L’Italia dove la disoccupazione giovanile ha superato il 25%, le famiglie “medie” ormai faticano ad arrivare a fine mese, le strutture pubbliche sono pesantemente inefficienti e dove la diseguaglianza sociale si sta incrementando ogni giorno di più. Un paese che ha scritto una tra le più belle Costituzioni del mondo che ci troviamo a dover difendere, incredibilmente, proprio da una certa parte del mondo politico che vede in essa l’impedimento al raggiungimento dei propri scopi personali… Un bell'esempio di democrazia!
Può un paese così accogliere i “barconi” pieni di gente disperata? E chi sono costoro che approdano nel nostro Paese? “Immigrati clandestini” da ricacciare indietro secondo alcuni, “profughi” da aiutare secondo altri; da cristiani diremmo semplicemente persone ai margini della disperazione.

Quando i dissenzienti costituiscono masse è sempre più difficile fronteggiare le loro azioni e il loro dissenso. La storia lo insegna. Sarà bene non intervenire troppo tardi. Che abbiamo fatto fino ad ora per disinnescare questo pericolosissimo ordigno? Dal punto di vista politico molto poco mi sembra. Sul piano interno nessun intervento per ridurre le diseguaglianze sociali, anzi mi sembra sia stato profuso un discreto impegno, e con successo purtroppo, per far si che il ceto medio si impoverisse sempre di più ed i ricchi diventassero sempre più ricchi.
E sul fronte immigrazione? Non possiamo accoglierli tutti! E’ vero, su questo sono d’accordo. Ma come fermare la marea umana che dall'Africa si riversa sulle nostre coste, territorialmente le più vicine nell'area del Mediterraneo, con le navi militari ferme ai limiti delle nostre acque territoriali? E che dovrebbero fare, sparare sulle “carrette” del mare con la coscienza di uccidere degli innocenti? I nostri governi ci hanno provato a trovare una soluzione.
Si sono inventati ad esempio il reato di clandestinità, (le nostri carceri avevano giusto bisogno di qualche detenuto in più), oppure hanno fatto accordi con i governi nordafricani, primo fra tutti quello di Gheddafi che, in cambio di concessioni economiche e politiche al regime, si era impegnato a controllare le coste per impedire le partenze di barconi dalla zona nord del Paese. Insomma, pagavamo purché restassero lì, e poco ci importava in verità di quanto umanamente erano trattati.