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venerdì 1 ottobre 2010

Monsignor Marchetto: gli uomini di Chiesa, responsabili davanti alla storia

«Per alcuni la pensione è una disgrazia, io considero un privilegio poterci andare a 70 anni». Monsignor Agostino Marchetto ha cessato di essere segretario del Pontificio consiglio dei migranti e gli itineranti un secondo dopo aver saputo che il Papa accoglieva la sua richiesta di dimissioni. La domanda era stata presentata circa due anni fa, quando il presule aveva pensato di usufruire della norma che permette ai nunzi di anticipare il proprio ritiro. Non aveva avuto nessuna risposta. Alla vigilia del 28 agosto, mentre Marchetto si preparava a festeggiare il compleanno in compagnia di alcuni degli 8 nipoti, chiedendosi che fine avrebbe fatto la sua richiesta e con la valigia già pronta per una conferenza in Colombia, riceve la comunicazione del Pontefice che accoglie le sue dimissioni. In contemporanea il Giornale di Feltri, di proprietà del fratello del presidente del Consiglio, annuncia la cosa.
La "tempestività" degli eventi e la fuga di notizie è stata letta da molti commentatori come una risposta alle critiche che in questi anni Marchetto ha ricevuto sia fuori, da molti esponenti del Governo, ma anche dentro le mura vaticane. Proprio a fine agosto l’arcivescovo aveva rilasciato a una testata francese un’intervista molto critica sulla questione delle espulsioni dei rom, che non era piaciuta Oltralpe. E in questi anni la sua voce si è levata a difesa di immigrati e rifugiati, con accuse precise al Governo italiano sui respingimenti in mare dei barconi di disperati e sugli accordi con la Libia di Gheddafi. In diverse occasioni la sala stampa della Santa Sede ha precisato che alcune dichiarazioni di Marchetto erano fatte a titolo personale: è accaduto il 21 aprile scorso in relazione al "pacchetto sicurezza" e in febbraio, quando il prelato aveva criticato le ronde leghiste contro gli immigrati.
«Dimissioni a tempo» hanno titolato alcuni. L’arcivescovo, che quest’anno festeggia 25 anni di episcopato, non commenta. Certo, conviene sul fatto che la notizia sia uscita con una «procedura equivoca» visto che di solito, per questo tipo di incarico, da qualche tempo la prassi vaticana prevede di tenere la cosa riservata fino alla nomina del successore.

Segue un'interessante intervista a mons. Marchetto

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