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mercoledì 23 giugno 2010

Foto shock Saviano all'obitorio

"Trovo il fotomontaggio che mi rappresenta morto in obitorio di cattivo gusto". Così lo scrittore Roberto Saviano commenta la fotografia che apparirà nel prossimo numero del mensile Max e che ritrae lo scrittore steso su una barella da obitorio con tanto di cartellino di identificazione legato all'alluce, ripreso di scorcio dai piedi. Una postura - accompagnata dalla scritta 'Hanno ammazzato Saviano' - che riprende il Cristo di Mantegna e la famosa foto di Che Guevara morto. "Un'immagine - commenta Saviano - utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me in Italia e all'estero vive protetto. Un'immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita. Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia. Ad ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire".

Max rappresenta Roberto Saviano - un uomo di trent'anni, vivo, ma che da quattro vive penosamente sotto scorta, dunque assillato e accompagnato da un'ombra di morte - come se fosse già cadavere. E qui, davvero, ogni limite, non solo di pietas, ma anche di buonsenso, è andato in pezzi. Questa provocazione diventa un termometro per misurare la febbre dei tempi.

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Trattasi ovviamente di fotomontaggio, o per meglio dire di elaborazione a Photoshop firmata dallo specialista Gian Paolo Tomasi. Un pugno alla bocca dello stomaco che innescherà inevitabilmente molte polemiche... «Una provocazione, un’immagine forte», commentano dal periodico Rcs... Andrea Rossi, direttore della testata, la spiega così: «Diciamo che non ce l’abbiamo fatta più di sentir gente attaccare Saviano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso son state le dichiarazioni di Marco Borriello. A quel punto ci siamo detti basta».

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